Un caso di peste suina africana è stato rilevato in un cinghiale in Italia, ha affermato venerdì l’agenzia di stampa ANSA, sollevando i timori di un colpo all’industria della carne del Paese.
L’Italia, con circa 8,9 milioni di suini, è il settimo produttore di carne suina nell’Unione Europea, rappresentando un’industria da 8 miliardi di euro (9,1 miliardi di dollari), secondo l’associazione agricola Confagricoltura.
L’Ansa ha detto che il caso della malattia virale è stato rilevato dopo i test sulla carcassa di un cinghiale a Ovada, nel nord Piemonte.
L’ente di ricerca regionale che ha riferito di aver effettuato i test non è stato raggiunto per la conferma più tardi venerdì.
La peste suina africana esiste in Africa da decenni.
La malattia si è diffusa in Cina, il più grande produttore mondiale di carne di maiale, nel 2018, causando la macellazione di milioni di suini per prevenire un’epidemia.
Nell’Europa occidentale, il virus è stato segnalato in Belgio nel 2018, spingendo la Cina a vietare tutte le importazioni di carne di maiale belga.
Dopo che la Germania ha confermato il suo primo caso in un cinghiale morto nel 2020, anche Cina, Giappone e Corea del Sud, insieme a Brasile e Argentina, hanno sospeso le importazioni di carne di maiale tedesca.
L’ANSA ha affermato che il caso in Italia è stato deferito al ministero della Salute italiano, che a sua volta lo notificherà all’Organizzazione mondiale della salute animale (OIE) e alla Commissione europea.
In un rapporto del 3 dicembre sulla situazione del virus, l’OIE ha affermato che la peste suina africana è stata segnalata in 32 paesi in cinque diverse regioni del mondo da gennaio 2020.
Ha colpito più di un milione di maiali e più di 28.000 cinghiali in tutto il mondo.
“Gli eventi osservati negli ultimi sei mesi confermano la minaccia globale della PSA, che continua a diffondersi con gravi ripercussioni sui sistemi di produzione suinicola, sulla salute e sul benessere degli animali, nonché sugli impatti socio-economici sui mezzi di sussistenza, sulla sicurezza alimentare nazionale e sul commercio internazionale ”, si legge nel rapporto.
Dopo il primo caso della Germania, Confagricoltura ha affermato che l’Italia ha attivato un piano di sorveglianza e prevenzione approvato dalla Commissione europea dall’inizio del 2020.