La Politica Agricola Comune si riforma. Chi è pro e chi è contro

Il Consiglio europeo, istituzione che rappresenta gli Stati membri, ha approvato le riforme della politica agricola comune. Questo nuovo quadro di bilancio è il risultato di un compromesso.

Se questo accordo non piace a tutti dice Peter JAHR, eurodeputato PPE e relatore della riforma: “E’ un passo nella giusta direzione”.

Tijs Boelens, un piccolo agricoltore biologico belga dice: “Un grande produttore della mia regione riceve 250.000 euro l’anno. Un agricoltore più piccolo, con un’azienda media riceve 25mila euro l’anno. Noi ne riceviamo 2.500, nemmeno”.

Ripete Peter JAHR, eurodeputato PPE: “Lo spirito è quello di dare più libertà agli Stati membri. Si permette agli Stati membri di fare qualcosa non sono vietati i finanziamenti alle cosiddette grandi aziende alle medie o ai piccoli agricoltori”.

Tijs Boelens un piccolo agricoltore biologico dice: “Non aiuta i giovani che hanno cominciato a lavorare e provengono dall’esterno al mondo dell’agricoltura. Non aiuta neanche un giovane che rileva l’azienda agricola dei suoi genitori. Questa nuova riforma della PAC, come al solito, sta facendo i grandi più grandi di prima! Diamo soldi ai ricchi”.

Peter JAHR, eurodeputato PPE non è d’accordo: “Gli agricoltori hanno diversi compiti aziendali: produrre cibo, essere rispettosi dell’ambiente che potrebbero aiutare a salvare il mondo”.

La riforma della PAC entrerà in vigore nel 2023.